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Lo Small Business Act e il Profilo Italiano

Lo Small Business Act e il profilo italiano

Lo Small Business Act (SBA) nasce a giugno del 2008, su iniziativa della Commissione Europea. In un’ottica di “partenariato politico” con gli stati membri, esso mira a creare un nuovo quadro programmatico, a favore delle PMI per la crescita e l'occupazione, nell’ottica di “pensare anzitutto in piccolo” (thinking small first). Le misure programmatiche sono organizzate a partire da 10 principi cardine, analizzati in questo articolo.

Il profilo italiano dei 10 principi SBA 

Think small first

Pensare anzitutto in piccolo” è il fil rouge per tutte le attività politiche e legislative europee. Esso richiede che i responsabili delle politiche pubbliche tengano conto degli interessi delle PMI, sin dalle prime fasi del processo decisionale. A tal fine, sarà necessario impostare le iniziative legislative, le norme amministrative e le procedure, in modo tale che siano facili da applicare per i destinatari cui sono rivolte. Dal 2008, il governo italiano ha compiuto passi importanti per sostenere le PMI, introducendo misure di semplificazione. Tuttavia, l’Annual SME Law introdotta sotto lo “Statuto delle imprese” non è stata ancora adottata. Ne consegue che l'Italia non abbia ancora condotto un’accurata verifica di corrispondenza nel processo decisionale a livello nazionale, per valutare l'impatto sulle PMI di norme e regole, al fine di garantire un ambiente normativo favorevole alle PMI.

Entrepreneurship

Con riferimento al principio di imprenditorialità, l’Italia si posiziona al di sotto della media europea, con il terzo numero più basso di “attività imprenditoriali nella fase iniziale”. Il Paese è uno dei tre Stati membri più deboli in termini di “attività imprenditoriale orientata alle opportunità”, seppur con lievi miglioramenti rispetto al periodo di riferimento precedente. Dal 2015 ad oggi, gran parte delle iniziative in quest’ambito sono state realizzate con il supporto di Invitalia e ANPAL. La Camera di Commercio italiana ha creato una rete nazionale di helpdesk per fornire supporto gratuito ai giovani imprenditori, in materia di orientamento, formazione, tutoraggio e assistenza. La stessa ha istituito un registro nazionale per mettere in collegamento studenti delle scuole superiori e aziende e favorire l’attivazione di tirocini.

Tuttavia, sono necessarie politiche e iniziative educative su misura nel settore dell'imprenditoria. Nel corso del periodo di riferimento d’indagine, sono comunque state adottate alcune misure politiche nel settore dell'imprenditorialità. Basti pensare alle Agevolazioni per l'insediamento di giovani in agricoltura e agli incentivi per giovani imprenditori nell'Italia meridionale (Resto al Sud), i cui fondi coprono fino al 100% dei costi ammissibili, fino al 35% delle sovvenzioni non rimborsabili e fino al 65% dei prestiti a tasso zero garantiti dal Fondo di garanzia per le PMI.

Second chance

Il principio di “seconda possibilità” si rivolge a quegli imprenditori onesti che hanno fallito nelle loro attività, affinché ottengano rapidamente una seconda chance. In questa fattispecie, l’Italia performa in maniera inferiore rispetto alla media UE. Sotto il profilo normativo, la precedente legge fallimentare è stata rivista per consentire procedure più rapide e soluzioni migliori per affrontare le crisi aziendali. Sono state introdotte misure per semplificare le transazioni fiscali e accelerare il recupero del credito nelle procedure di insolvenza e fallimento.

Il numero delle procedure fallimentari e delle procedure di insolvenza sta gradualmente diminuendo, dando un importante segnale di miglioramento. La riforma della legge fallimentare mira a favorire soluzioni e procedure che garantiscano la continuità aziendale e riduce la durata e i costi delle procedure di insolvenza. Inoltre, l'Italia ha uno dei tassi più alti di timore del fallimento (scarsa propensione al rischio), rispetto agli altri Stati membri.

Responsive administration

Il principio di amministrazione reattiva si riferisce alla capacità della pubblica amministrazione di rispondere ai fabbisogni delle PMI. In quest’ambito, l’Italia si posiziona al penultimo posto più basso nell'UE. I risultati sono strettamente correlati all'alto costo di avvio imprenditoriale e a procedure amministrative onerose e complesse.

Il Paese ha, infatti, il processo di avvio imprenditoriale più oneroso d’Europa. Tuttavia, si rilevano progressi nella riduzione dei tempi di pagamento delle imposte (diminuiti di oltre 100 ore dal 2008). Anche la durata dei procedimenti giudiziari è diminuita. Tra le più comuni misure per ristrutturare la PA e semplificare la burocrazia, è possibile enumerare le procedure di avvio e registrazione online. Nondimeno, le PMI italiane sono tuttora fortemente ostacolate dal peso della burocrazia e, come si evince non solo dal report in questione, i database delle amministrazioni pubbliche non sono ancora sufficientemente connessi, così come la dotazione di conoscenze e competenze degli “addetti ai lavori” è spesso obsoleta.

Tra le misure rilevanti sotto questo profilo vi è quella delle one Economiche Speciali per lo sviluppo del Sud, per cui le imprese consolidate possono beneficiare di misure speciali per semplificare la burocrazia.

State Aid and Public Procurement

La dimensione riguardante gli aiuti di Stato e gli appalti pubblici vede l’Italia agli ultimi posti, basti guardare alla proporzione del valore totale degli appalti pubblici assegnati alle PMI. Una nota positiva da evidenziare è la significativa riduzione del ritardo medio nei pagamenti da parte delle autorità pubbliche.

Sotto la sfera normativa nazionale, il 2016 ha visto riformare le principali leggi che regolano l'aggiudicazione degli appalti per le opere pubbliche, attraverso l'adozione di un nuovo Codice degli appalti pubblici. È stata quindi introdotta una maggiore flessibilità per le garanzie richieste alle microimprese e nuove regole per governare i partenariati tra pubblico e privato.

Finance

In base al principio di accesso ai finanziamenti, l’Italia è il terzo paese tra i più deboli dell’UE. Mentre il finanziamento del debito è di gran lunga la principale fonte di finanziamento per le PMI italiane, si registra uno scarso accesso al finanziamento dell’equity attraverso business angels (i più bassi nell'UE), venture capital e crowdfunding.

L'Italia ha anche uno dei punteggi più deboli di indice dei diritti legali, essenziale per facilitare il prestito. Miglioramenti nell'indice dei diritti legali in Italia potrebbero portare a maggiori prestiti alle imprese.

Le iniziative legislative recenti più significative in materia includono:

  1. una quotazione di mercato più semplice ed economica;
  2. il rafforzamento del Fondo centrale di garanzia per le PMI;
  3. l’introduzione di conti di risparmio individuali (Piani Individuali di Risparmio);
  4. i benefici fiscali per le imprese che investono in beni strumentali (super-ammortamento e iper-svalutazione);
  5. un avanzato sistema di crowdfunding azionario;
  6. la riforma delle banche cooperative;
  7. la modernizzazione del sistema bancario;
  8. gli incentivi fiscali per lo sviluppo del fintech.

Single Market

Anche sotto il profilo del mercato unico la performance nazionale è inferiore alla media UE. Il ritardo medio di recepimento delle direttive scadute è aumentato fino a 16 mesi, diventando il più lungo in Europa. Una nota positiva per il commercio delle PMI è rappresentata dall’export del settore manifatturiero.

Nello specifico, è da evidenziare un aumento di 1 punto percentuale nella quota di PMI che esportano online tra il 2015 e il 2017, sebbene questo risultato sia ancora inferiore alla media europea. L'azione politica nazionale si è concentrata principalmente sul rafforzamento della competitività e sulle opportunità generate dai settori innovativi.

L'attuazione della strategia del mercato unico digitale ha consentito alle PMI nazionali di avvalersi delle procedure elettroniche e dei servizi di e-government per svolgere le loro operazioni quotidiane. Quindi, la Legge per il mercato e la concorrenza mira a promuovere lo sviluppo della concorrenza e consentire ai consumatori di accedere a beni e servizi a un costo inferiore, con ricadute positive sull’intero sistema economico e produttivo, al contempo eliminando gli ostacoli normativi all'apertura dei mercati assicurativi, di particolari professioni (come ad esempio: avvocati, notai, ingegneri e dentisti), dell’energia, delle comunicazioni, dei trasporti, del turismo, dei servizi postali, delle banche e delle farmacie. In aggiunta, la Legge europea 2017 – contenente misure che consentono all'Italia di adempiere ai suoi obblighi in UE – copre i seguenti settori:

  1. libera circolazione di beni, persone e servizi;
  2. giustizia e sicurezza;
  3. tassazione;
  4. occupazione;
  5. assistenza sanitaria;
  6. protezione dell'ambiente;
  7. energia e risorse rinnovabili.

Skills and Innovation

La performance dell'Italia in competenze e innovazione è piuttosto in linea con la media europea.

Le prestazioni nazionali sono complessivamente migliorate rispetto al passato; è aumentata la disponibilità di fondi nazionali di ricerca e sviluppo per le PMI; è aumentato il numero di aziende che offrono formazione sulle competenze ICT ai dipendenti. Tuttavia, rispetto a quest’ultimo settore, l'Italia è uno dei Paesi più carenti. Nonostante il numero di PMI che vendono online sia aumentato, la percentuale di PMI che acquistano online è diminuita rispetto al periodo di riferimento precedente. Inoltre, il fatturato dall'e-commerce mostra un trend negativo dal 2015.

Il Piano Nazionale Impresa 4.0 lanciato nel 2016 mira a stimolare gli investimenti fornendo incentivi e fondi automatici per il periodo 2017-2020. Questo piano ha l’obiettivo di promuovere gli investimenti aziendali per potenziare la tecnologia, incoraggiare l'innovazione di prodotti e servizi, e favorire il fenomeno della digitalizzazione delle imprese. Non solo, è stato inserito anche il Credito d'imposta per l'istruzione 4.0 sui costi di formazione sostenuti dalle imprese per migliorare le competenze dei dipendenti a tempo indeterminato. A questo si sono aggiunti i Voucher per la digitalizzazione delle PMI, come incentivi per investire nelle microimprese e nelle PMI sotto il profilo della digitalizzazione dei processi aziendali, coprendo fino al 50% delle spese ammissibili sostenute. Attraverso il Potenziamento per gli Istituti Tecnici Superiori, il Governo ha stanziato fondi per promuovere l'istruzione tecnica per tecnici specializzati, in modo che possano essere reclutati dalle imprese per affrontare le nuove sfide della digitalizzazione e dell'innovazione.

Environment

Anche nel settore ambiente si registrano risultati inferiori alla media europea, sebbene le prestazioni siano migliorate rispetto al passato.

La percentuale di PMI che hanno beneficiato di misure di sostegno pubblico per le proprie attività di efficienza è passata dal 6% al 16%. Negli ultimi anni sono stati pensate diverse misure per incoraggiare l'uso di energie rinnovabili e nuove fonti energetiche. Tuttavia, gli incentivi sono stati recentemente ridotti a causa di vincoli di bilancio e l'urgente necessità di affrontare altre priorità ambientali connesse a catastrofi idrogeologiche, protezione del paesaggio e gli effetti dei recenti eventi sismici.

Coerentemente, sono nati il Codice dei beni culturali e del paesaggio e il Testo unico in materia ambientale, per mezzo di un’iniziativa politica che mira a diffondere una maggiore consapevolezza ambientale, attraverso il “modello delle 3R” - riduzione, riutilizzo, riciclo -, trasversalmente in ogni settore. A questo si affianca un rinnovato interesse nei confronti del consumo consapevole e della qualità, sempre più garantita dal marchio “Made in Italy”.

Per fornire alcuni esempi in merito alle misure recentemente introdotte è possibile citare:

  1. il “credito d'imposta Plasmix” del valore massimo del 36%, per un importo massimo di 20.000€ all'anno (2019-2021), rivolto a quelle aziende che acquisiscono prodotti realizzati con materiali derivati da rifiuti riciclati di imballaggi in plastica o rifiuti urbani residui;
  2. il programma “Restart Centro Italia”, che prevede incentivi per programmi di investimento produttivo o per la protezione dell'ambiente, per le regioni centrali d'Italia (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria) a seguito dei terremoti del 2016;
  3. il Fondo Nazionale Efficienza Energetica, che sostiene l'azione delle imprese per rendere efficienti gli edifici, i macchinari e gli impianti di produzione.

Internationalization

Infine, sotto il profilo dell’internazionalizzazione, l'Italia registra il punteggio più basso per “coinvolgimento della comunità commerciale”, trend che, nondimeno, continua a diminuire. Anche in merito alle procedure di formalità, il risultato italiano si è deteriorato, ma ciò è dovuto principalmente al miglioramento più rapido degli Stati membri in questo indicatore. Tuttavia, una nota positiva è stata il grande miglioramento nell'automazione delle formalità commerciali. Grazie a una migliore elaborazione elettronica, le dichiarazioni di import ed export possono essere facilmente gestite digitalmente. In tal senso, la principale misura di sostegno pubblico a favore dell’internazionalizzazione è rappresentata dalla tutela del Made in Italy. Si rende comunque necessario istituire un sistema di promozione appositamente progettato per le PMI, in grado di fornire supporto nelle strategie di internazionalizzazione.

Le PMI hanno un ruolo centrale nell’economia europea, con un’incidenza di circa il 99% sul totale delle imprese comunitarie. Se guardiamo all’Italia, esse rappresentano il vero e proprio tessuto produttivo, con un numero di dipendenti attorno all’80% della totalità degli occupati, a fronte di una media europea del 66.4%.

Per ciascuno di questi principi è dunque auspicabile immaginare più interventi programmatici concreti.

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